La parodontite è una malattia subdola e, nonostante l’elevata incidenza, ancora poco nota. Il 70% degli italiani non la conosce – rileva un’indagine della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia – e quattro italiani su dieci di fronte a gengive doloranti, arrossate, infiammate e che sanguinano quando si spazzolano i denti non chiedono aiuto al dentista. Cosa fa allora, erroneamente, chi si imbatte in questi sintomi? Prova un inutile, se non dannoso, fai da te a base di vitamine, integratori, collutori e dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo resta e può perfino aggravarsi.

“I disturbi parodontali interessano 23 milioni di italiani – si legge sul sito Farmacisat33ma una buona parte, pur presentandone i sintomi, non è consapevole della patologia. E, a fronte di una scarsa conoscenza, si rileva anche una bassa reattività nel gestire il problema: così, solo un italiano su due si rivolge a un professionista (57%), mentre il restante 43% chiede consiglio ad amici e parenti, cerca informazioni sul web o non se ne occupa affatto”.

Ma che cos’è la parodontite?

Con il termine malattia parodontale, parodontopatia, parodontite, volgarmente nota come piorrea, s’intende un’infezione batterica, molto frequente negli adulti, che colpisce i tessuti di supporto del dente. Il parodonto (peri, intorno, odontos, dente) è quell’insieme di tessuti che circondano il dente, dandogli sostegno e stabilità, che sono appunto gengiva, osso, legamento parodontale e cemento radicolare. Tale infezione, quando non viene correttamente trattata, causa un progressivo riassorbimento osseo, con distruzione del relativo attacco di collegamento e, nel suo stadio più avanzato, può portare alla perdita dei denti.

Chi colpisce la parodontite?

Può colpire soggetti di ogni età: dai bambini con i denti da latte fino a soggetti nella terza età. La prevalenza della parodontite nella popolazione varia con l’età: è meno del 1% in età pediatrica ma può raggiungere il 30% dei soggetti in popolazioni adulte o geriatriche. “La parodontite è la prima causa di perdita dei denti nella popolazione adulta dei paesi industrializzati – si legge in una ricerca SIdP – ed è quindi la causa di un grave handicap legato alla conseguente perdita delle funzioni masticatoria e fonatoria nonché un grave disturbo alla vita di relazione e all’estetica del sorriso. Una malattia molto simile alla parodontite (chiamata peri-implantite) può colpire gli impianti dentali utilizzati per rimpiazzare denti che sono andati perduti”.

Quali sono i sintomi più comuni della parodontite?

Il primo e più comune segno della parodontite è, in genere, il sanguinamento che può verificarsi dopo l’uso dello spazzolino o spontaneamente. Si possono, inoltre, riscontrare alitosi, ascessi, retrazione gengivale, aumento della mobilità o cambiamento di posizione di uno o più denti, fino alla perdita degli stessi. Questa malattia, purtroppo, non dà dolore, quindi è importante recarsi dal dentista regolarmente per delle visite di controllo o appena si osservi anche solo uno di questi segnali.

Ma nessuna rassegnazione! La parodontite può essere diagnosticata e curata.

”La diagnosi di questa malattia è semplicissima, non invasiva e consiste nel far scorrere lungo la superficie dei denti, tra gli stessi e la gengiva, una piccola sonda che consente di rilevare l’infiammazione e l’eventuale distruzione dei tessuti attorno ai denti (tasche parodontali) – si legge in un articolo su gengive.org – La terapia consiste primariamente nella rimozione professionale dei batteri contenuti nella placca e nel tartaro che aderiscono alle superfici dei denti e delle gengive. Oltre a quanto svolto dal dentista, è fondamentale che il paziente mantenga i denti puliti, usando correttamente e quotidianamente spazzolino, scovolino e filo interdentale”.

Translate »