“Succede a circa 20 milioni di italiani over 35, ma pochi si rendono conto che si tratta di sintomi da non sottovalutare: la gengivite non curata si trasforma spesso in parodontite. Nella sua forma grave è la sesta malattia più frequente al mondo e la prima causa di perdita dei denti”. E’ questo il quadro che la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia ha disegnato nel 2015 per raccontare un fenomeno di cui, ancora oggi, gli italiani sanno troppo poco e che, invece, ha conseguenze da non sottovalutare.

Denti a rischio, dunque, per circa 3 milioni di italiani; eppure basterebbe poco per prevenire questa patologia: “Gli ammalati di parodontite, secondo la banca dati OMS, sono infatti ben 750 milioni e nonostante gli sforzi di educazione e prevenzione la quota di adulti con una malattia grave oscilla fra il 10 e il 15% della popolazione. La perdita dei denti che affligge gran parte di questi malati comporta un peggioramento dell’alimentazione e quindi dello stato nutrizionale, inoltre chi non ha denti mostra un decadimento intellettivo più precoce!”.

Ma cosa fare se ormai siamo stati colpiti da grave parodentite e uno o più denti sono caduti oppure si muovono visibilmente?

E’ uno di quei sogni ricorrenti da quali ci si sveglia agitati, portandosi immediatamente le mani alla bocca: perdere uno o più denti permanenti è, infatti, un evento che causa stress psicologico non solo per le inevitabili questioni estetiche ma anche per le ripercussioni a livello funzionale.

La domanda nasce spontanea: quali sono i sintomi dei denti che cadono? I denti che cadono rappresentano di per sé un sintomo. La caduta dei denti può essere associata a dolori e fastidi ma può avvenire anche senza dolore; questo dipende, infatti, dalla causa che ha scatenato il problema. Diversi fattori – oltre alla parodontite – possono contribuire alla perdita di un dente come, ad esempio, la carie, un trauma, il regime alimentare, l’assenza congenita o la mancanza di igiene.

La prevenzione è, ovviamente, la strada migliore per evitare di incappare nel problema ma, qualora dovesse accadere, è consigliabile contattare subito il dentista e il proprio medico che, tramite una serie di esami e analisi, potranno stabilire la diagnosi e prescrivere l’eventuale terapia.

Cosa fare, quindi, di fronte alla perdita di uno o più denti?

Qualunque sia il motivo, il dente dovrebbe essere sostituito per questioni estetiche e funzionali. Nei denti sani, la radice trasmette la forza per la masticazione all’osso alveolare. I denti rimangono stabili e non ci sono grossi cambiamenti. Tuttavia, la perdita di un dente può compromettere la stabilità di quelli adiacenti e dare inizio a un processo di perdita di osso chiamata riassorbimento. Inizialmente, potrebbe non sembrare grave lasciare vuoto lo spazio ma, con il passare del tempo, si possono verificare mutamenti importanti e, talvolta, irreversibili. La soluzione si chiama impianto dentale e riabilita in modo naturale sia la funzione di masticazione che l’aspetto estetico.

Che cos’è un impianto dentale?

Gli impianti dentali sono dispositivi medici utilizzati per sostituire la radice del dente, offrire supporto alla protesi e contribuire a migliorare l’aspetto fisico e la funzione di masticazione. Sono indicati per pazienti che hanno perso uno o più denti oppure tutti i denti. Le protesi su impianti offrono il vantaggio di non muoversi all’interno della bocca mentre si mangia o si parla. Questa sicurezza garantisce risultati più naturali e confortevoli rispetto ai ponti o alle dentiere tradizionali, migliorando il benessere e la qualità della vita del paziente.

Per posizionare l’impianto il dentista deve utilizzare la chirurgia; ma oggi esistono delle tecniche innovative che sfruttano la tecnologia per rendere l’intervento a-traumatico e minimamente invasivo.

Le nuove frontiere dell’implantologia

Presso lo studio Giannetti viene utilizzata l’implantologia guidata e computer assistita che, grazie all’utilizzo di software dedicati, consente all’odontoiatra di pianificare, attraverso il computer, passo dopo passo, ogni fase del trattamento chirurgico implantare. Con tale guida chirurgica personalizzata, senza tagliare le gengive e senza bisogno di punti di sutura, l’intervento risulta meno traumatico, con una conseguente riduzione dei tempi di guarigione, e consentendo di inserire immediatamente i denti (cosiddetto impianto a carico immediato).

Per approfondire leggi anche “Chirurgia di precisione: l’implantologia computer guidata” e “Parodontite: se la conosci la eviti

 

 

Credit immagine: 123RF Archivio Fotografico
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